Scendendo da via Rastello si giunge all’attuale Piazza della Vittoria. Dapprima questo spiazzo non era che un prato, ed anche quando le case, che tra la fine del Quattrocento e la metà del secolo successivo erano rapidamente spuntate ai suoi margini, ne ebbero fatto la piazza principale di Gorizia, mantenne il suo nome originario e fino all’inizio del Novecento continuò ad essere chiamato “Traunich”, da “travnik” cioè prato in lingua slovena.
Prospicenti alla piazza, che ancora oggi dimostra una fisionomia mitteleuropea, si notano i palazzi di alcune importanti famiglie cittadine: il grande palazzo della Torre (attuale Prefettura) e abitazione della nobile famiglia che fu per molti secoli al governo della città come luogotenenti dell’Imperatore; la casa de Braunizer all’attuale civico 60 che fu sede di una storica orologeria e gioielleria, sulla facciata al primo piano trovava posto fino al 1994 uno splendido orologio meccanico del 1907 che oggi è posizionato sul palazzo della Ginnastica Goriziana; al civico 55 l’abitazione del barone Sigisfredo de Vogtberg del 1770; il palazzo Paternolli trova ubicazione al civico 49, fu edificio dell’omonima tipografia e libreria fondata nel 1837 attiva per oltre centocinquant’anni; al civico 8 si nota l’abitazione del giovane filosofo ebreo Carlo Michelstaedter uccisosi a soli 23 anni nel 1910, una grande lapide del 1960 ricorda l’evento; accanto alla galleria Bombi (sorta nel 1930) è posizionata la lapide a ricordo dell’uccisione, tra il 20 e il 23 aprile 1714, di undici capi della rivolta contadina detta “dei Tolminotti”, ultima esecuzione pubblica svoltasi nel periodo asburgico; di fronte palazzo della Torre si erge la statua di Sant’Ignazio de Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, esistente già nel 1660, inizialmente in legno poi in marmo rosso e infine in marmo bianco.


