Nel 1394 Enrico IV, ormai maggiorenne, iniziò il suo regno che durerà sessant’anni fino al 1454: ridivenne avvocato della chiesa di Aquileia, ottenne il titolo di vicario generale e poi amministratore di Feltre e Belluno; gli Asburgo lo elevarono al grado di Capitano di Carniola e Venezia lo investì del grado di Maresciallo del Friuli. Intanto la situazione del patriarcato stava degenerando, infatti sotto Ludovico di Teck, nel 1420 ebbe termine il potere feudale proprio a causa del duro intervento di Venezia, non senza l’immobilismo della nobiltà friulana profondamente divisa al suo interno.
Enrico IV tentò invano di contrastare l’avanzata di Venezia, anche con l’ausilio degli ungheresi, ma nel 1424, insieme al fratello Giovanni Mainardo, venne ricevuto dal doge che li investì dei feudi già precedentemente ottenuti dai patriarchi, nonché consegnò loro il bastone di maresciallo del Friuli e lo stendardo bianco e rosso, in questo modo Venezia volle fondare le sue pretese su tutti i possedimenti dei Goriziani, suscitando la reazione più vivace dell’imperatore che invece considerava i conti di Gorizia fra i suoi principi, non subordinati ad altro potere che al suo.
Dopo la morte di Enrico gli succedettero in pochi anni il fratello Giovanni, poi i figli Ludovico (morto nel 1457) e nel 1462 Leonardo, ultimo conte di Gorizia.


