Il castello di Gorizia

Il simbolo di Gorizia è il Castello che si erge su una altura modesta e isolata sul promontorio avanzato verso occidente del sistema collinare inserito nella pianura tra il Vipacco e l’Isonzo. È simbolo di quella che fu la Contea di Gorizia, frequente occasione e pretesto nei conflitti fra le grandi potenze: dalle guerre tra Serenissima e Austria del Seicento fino alla prima guerra mondiale.

Dopo la Grande Guerra il castello fu ridotto a completa rovina ma da queste distruzioni se ne comprese la struttura medioevale.

Già in epoca romana o altomedioevale sorgeva probabilmente su questo colle una torre di avvistamento, in quanto questa modesta montagnola era in una posizione isolata: non ci sono però conferme archeologiche e lo stesso primo documento nel quale è citata Gorizia (28 aprile 1001) parla di una villa e non di una castello.

Il castello medioevale è immaginabile osservando il sigillo del 1307 di Enrico II: un edificio principale costruito su tre piani, con merli a coda di rondine, dominato dal mastio, anche merlato, e munito di torricelle in legno. Altre due torri minori guardavano l’ingresso di nord, verso Salcano, e quello meridionale verso il borgo.

Nel cortile oggi si notano ancora le fondazioni del mastio, irregolarmente quadrato, che fu demolito dai veneziani nel 1508-1509, quando la rocca venne adeguata alle nuove esigenze militari.

Tra le costruzioni antiche ancora esistenti si riconoscono l’elegante palazzo dei conti, nella parte occidentale del castello, cinque bifore d’impianto ancora romanico, con le colonnine in marmo rosa di Verona, si aprono sulla muraglia composta con blocchi di arenaria. La parte orientale del castello risale al Quattrocento e comprende il salone del primo piano in cui si riunivano gli Stati provinciali fino al 1542.

Nel Cinquecento il castello assunse la pianta irregolare pentagonale che presenta ancora oggi. Il palazzo di stile veneto a sud è caratterizzato da archi e logge che danno movimento e colore.

L’accesso al castello avviene attraverso una porta sormontata dal 1919 da un lapideo leone di San Marco, destinato dai veneziani probabilmente al Palazzo pubblico.

Gli interni sono stati arredati e decorati dopo la grande ricostruzione avvenuta tra il 1934 e il 1937 con molti pezzi seicenteschi di ottima fattura e qualità.