Scrivono le cronache dei gesuiti che “In quest’anno [1615] vennero a Gorizia nel mese d’aprile il p. Teodoro Buseo, superiore della provincia austriaca della compagnia di Gesù coi padri Cristoforo Dombrino, Bartolomeo Villerio e Vitale Pelliceroli, per trovare un luogo conveniente per la fabbrica del collegio che avevano stabilito di erigere in questa città. Essi trovarono lieta accoglienza e gradita ospitalità nella casa del dott. Pompeo Coronini e fratelli”.
Dopo la loro venuta in Gorizia la Compagnia di Gesù aveva avuto l’affidamento della chiesa di San Giovanni Battista, poi ricevuta in dono dal barone Vito di Dornberg assieme ad una casa vicina.
I due immobili erano troppo piccoli per i bisogni della Compagnia in piena evoluzione e volendo glorificare il fondatore Ignazio e l’apostolo delle Indie Francesco Saverio, canonizzati entrambi il 12 marzo 1622, i padri, già nel 1625, avevano iniziato la costruzione di un collegio.
Nel 1630 i gesuiti avevano aperto nella casa del conte Giambattista Werdenberg [attuale sede della Biblioteca Statale Isontina] un seminario per dodici alunni poveri, i quali avrebbero goduto gratuitamente del vitto, dell’alloggio e della veste talare cerulea con fascia nera e fronzoli azzurri, per il corso di sette anni.
Nel 1638 venne scavato il pozzo del collegio, grazie al ritrovamento di una ricca fonte d’acqua, e due anni dopo venne eretta nel Travnik [Piazza Grande] una statua lignea dedicata a Ignazio de Loyola; nel 1658 fu invece adottata la pietra offerta da Francesco Moisesso, e nel 1687 si passò al più resistente marmo bianco.
Intanto nel settembre 1654 si procedette all’escavazione delle fondamenta per la grande chiesa barocca.
La notte di Natale del 1655, a causa delle piogge autunnali, una parte consistente della parte settentrionale dell’edificio era crollato. Nel 1659 Leopoldo I concesse ai gesuiti cinquecento fiorini annui, per sei anni, affinché si portasse a termine la fabbrica.
Solo nel 1680 la parte muraria venne completata e nel 1685 era stata iniziata la costruzione del nuovo edificio scolastico che dava sulla piazza. Le maggiori famiglie patrizie cittadine si occuparono delle decorazioni interne: i conti Cobenzl avevano fatto erigere l’altare di San Giuseppe e con oltre 1000 fiorini, del lascito della Torre, fu completato quello di San Francesco Saverio.
27 Il 31 luglio 1716 venne consacrato il nuovo e spettacolare altare maggiore, opera di Pasquale Lazzarini, sul quale celebrò la prima messa il vescovo di Pedena monsignor Giorgio Francesco Saverio de Marotti. In origine l’altare maggiore era ligneo, anche per ridurre i costi di costruzione, quindi si decise di procedere alla sostituzione di quello ligneo e alla messa in opera di un altare degno della più grande chiesa cittadina.
Del 1721 l’affresco scenografico di Christoph Tausch con la poderosa “Gloria di Sant’Ignazio”; la facciata della chiesa venne completata con le statue di San Giuseppe e San Giovanni Battista nel 1725.
Ci furono ancora molti interventi e la consacrazione della chiesa si svolse solamente nel 1767 per mano del principe arcivescovo di Gorizia Carlo Michele d’Attems e di altri tre vescovi: Concordia, Capodistria e Pedena. I Gesuiti continuarono la loro attività educativa fino alla prima soppressione del 1773 per poi ricominciare in altra sede il carisma educativo dal 1866 fino alla definitiva partenza dalla città avvenuta nel 2011.


