Giuseppe II, coreggente alla morte del padre Francesco Stefano di Lorena e poi successore di sua madre Maria Teresa, venne a Gorizia due volte mentre regnava ancora l’augusta madre, cioè il 26 luglio 1769 e nel 1775, e dopo aver assunto il governo degli stati ereditari, una terza volta il 10 marzo 1782, fermandosi nella provincia per quattro giorni e visitando anche la città fortificata di Gradisca.
Come raccontano le cronache delle Orsoline di Gorizia: “Li 11 marzo 1782. Alle 11 di notte giunse in Gorizia Sua Maestà l’imperatore Giuseppe II il qualle era di ritorno dal viaggio fatto in Italia, essendo stato a Roma, Napoli, Milano etc. e si partì di qui li 12 di detto mese alle ore 8 la mattina.
Nel tempo che si trattene in Città, visitò diversi luoghi pubblici, come Ospitali, Seminarij, il Castello, Casarme, ed il Monistero di S. Chiara vuoto. Alli 13 venne sul mezzo giorno nel nostro, e visitò le Scuole esteriori nelle qualli à tal effetto si fecero fermare le Scuolare ed avendolo ricevuto le Religiose alla Porta, nel ritorno delle Scuole diverse lo accompagnarono sino alla porta dall’Orto ove lo guardò colla Camera Comune, e poi ritorno fuori per lo stesso Coridore ricusando d’andar altrove.
Incaminando dimando alla Superiora se avesse molte Religiose, la quale rispose che ne errano molte, ma buona parte vecchie ed impotenti, ed esservi penuria di Maestre Tedesche, Egli dimandò se errano Candidate, a ciò rispose di non poterne essere stante la proibizione che si aveva di vestire, egli replicò che quando ne Il Seminario minore in una cartolina viaggiata del 1913. 84 trovasse di abiti per le Scuole potesse sicuramente vestire, ed essa replicò purche potessimo essere sicure di perseverare nel nostro istituto, a cui rispose, che non avevano che temere, ed avendo la Superiora soggionto se in questo Monistero fossimo sicure di restare, egli ci assicurò di sì.
E in proposito di Candidate, disse che scrivessimo alle nostre Consorelle degl’altri Monisteri acciò ci trovassero soggietti idonei.
E tutto ciò ci aporto gran consolazione. Entrando in Monistero Sua Maestà aveva secco un Generale, un Colonello Il Capitano Barone Brigido, e il Pro Direttore dalle Scuole Normali, ed qualche altro qui dal Paese, che li facevano Corte. Era vistito come un semplice Cavaliere, con abito di Pano fino, Turchino scuro.
In tempo che si fermò a Gorizia à diverse Persone non fece acoglienza, fra gl’altri ancora al nostro Arcivescovo Edling, il qualle accolse con fredeza, e licenziò con poco buon garbo, restando quegli non poco mortificato, e afflito”.


