Nel 1660 si presentò ai Goriziani una solenne occasione per esprimere la loro fedeltà alla casa d’Austria. Leopoldo, re d’Ungheria e Boemia, succeduto a Ferdinando III, fece visita ufficiale alla città. Vennero eretti archi trionfali e si fecero solenni cerimonie di benvenuto.
A perpetua memoria della visita venne edificata ai piedi del castello la solenne «Porta Leopoldina» che celebrava lo storico evento.
Il grande evento venne ricordato da storici e cronisti dell’epoca con la narrazione dettagliata dell’entrata di Leopoldo a Gorizia: “Sotto ricco baldacchino sostenuto da otto cittadini cavalcava Sua Maestà tra le acclamazioni dell’affollato popolo sino alla Chiesa parocchiale dove Massimiliano Vaccano Vescovo di Pedena accompagnato dal Clero lo attendeva introducendolo nella Chiesa, dove in rendimento di grazie fu intuonato il Te Deum. Terminata questa solennità, l’Imperatore si recava al suo alloggio in Castello, fra le acclamazioni di Viva la Maestà di Leopoldo non solo dei propri sudditi, ma anche dei forastieri circonvicini, che in numero si grande rendevano omaggio all’Imperatore ed erano così numerosi da rendere difficoltoso il passaggio per le strade sino al Castello. Per la festa dell’esaltazione di Santa Croce l’Imperatore recossi nella Chiesa dei P.P. Gesuiti e così parimenti nella festa di S. Matteo Apostolo, nel qual giorno venne cantata la messa solenne da monsignor Vaccano con musica eseguita da 24 virtuosi giunti da Venezia a instanza del Conte della Torre”.


